martedì 7 ottobre 2014

3, il numero perfetto

Le richieste di condanna al maxi processo NOTAV sono esorbitanti, indegne e apparentemente illogiche. Molte sono di tre anni, poco sopra il limite per ottenere la condizionale; per chi é poco addentro ai meccanismi della procura provo a spiegare il perché, attraverso la vicenda accaduta ad un amico.

Dodici anni fa, durante una protesta per il processo sui fatti accaduti al funerale di Baleno, una ragazza viene strattonata da un poliziotto. Un compagno interviene per metterla in salvo. Riesce a sottrarla al poliziotto, ma altri sbirri prendono lui. Due mesi in carcere in attesa del processo. Il capo di imputazione é simpaticamente "tentato furto di arma da fuoco ad agente di pubblica sicurezza". Il compagno é allibito, é chiaramente un falso! Perché? Perché l'eventuale condanna (una cosa attorno ai 4 anni) supera i limiti della condizionale. L'avvocato spiega che l'imputazione é difficile da confermare, ma si rischia grosso, di poliziotti ce n'erano molti, durante il fatto, e se confermano...
Il compagno é giovane, impaurito, si sente solo, e per di più é in carcere. Arriva poco prima del processo la proposta di patteggiamento: resistenza a pubblico ufficiale, 1 anno e 4 mesi, ovviamente con la condizionale. Il compagno firma e va a casa, avrà problemi per anni e la fedina penale sporca, ma é libero. La procura di Torino si evita un processo insostenibile e condanna un violento anarchico.

Per questo oggi dobbiamo essere tutti complici e solidali con i compagni sotto processo, perché non si sentano soli ed abbiano il coraggio (e già molto ne hanno dimostrato) di non farsi ricattare.

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